Il progetto di scambio culturale “COME HERE” che nei prossimi mesi vedrà protagonisti venti giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, di cui dieci provenienti dal nostro paese e dieci dalla Bulgaria, è finanziato dal programma europeo Erasmus +. Esso rientra nella strategia messa in atto dall’UE “per superare la crisi socioeconomica dei paesi europei, per rilanciare la crescita e l’occupazione nonché promuovere l’equità e l’inclusione sociale”. Gli obiettivi sono quelli di fornire ai giovani cittadini di tutta Europa le qualifiche richieste dal mercato del lavoro e dall’economia sempre più competitiva e la capacità di emancipazione e partecipazione attiva alla vita della società.
È davanti agli occhi di tutti l’elevata velocità con cui oggi un’innovazione si crea e si diffonde e con cui, di conseguenza, bisogna ad essa adeguarsi; in questo processo sono proprio le fasce più giovani della popolazione ad essere richieste di una maggiore e continua capacità di adattamento. Ebbene, in questo senso si muove “COME HERE”. Nelle attività che verranno svolte non solo durante i dieci giorni effettivi di scambio, ma anche prima e dopo di essi, i ragazzi coinvolti troveranno uno strumento per l’arricchimento personale che potrà essere messo in campo certamente per le future opportunità di lavoro, ma che sarà soprattutto utile a generare in loro la dinamicità mentale necessaria per poter essere protagonisti nel nostro tempo.
Trovarsi a contatto con persone di nazionalità e cultura diversa significa, in primo luogo, mettere alla prova e migliorare le proprie conoscenze linguistiche, essendo il bisogno di comunicare il primo a presentarsi nell’interazione umana. Significa, poi, cercare e sperimentare metodi per superare, soltanto dopo aver compreso, le differenze culturali che ovviamente si rendono evidenti nel confronto; e significa, infine, aprirsi all’altro per riuscire a coglierequelpatrimonio comune di valori e idee, di tradizioni e di speranze che è in ogni individuo, al di là di ogni apparente diversità.
Il programma Erasmus+ mira, inoltre, a facilitare l’accesso a progetti di mobilità transnazionale a giovani provenienti da ambienti svantaggiati e con minori opportunità in confronto ai loro coetanei. Chi vive in zone rurali come la nostra sa bene che la geografia, talvolta, costituisce un ostacolo: lo dimostrano il sempre più rapido spopolamento e la sempre più frequente partenza dei giovani verso le grandi città italiane o all’estero. Perciò, se l’Associazione La Ripa si è impegnata a far approvare un progetto di questo tipo, lo ha fatto soprattutto per promuovere il potenziamento e la valorizzazione di queste aree. Dal condurre una tale esperienza in prima persona, infatti, si auspica di ottenere pubblicità e incremento della propria attività di associazionismo e la creazione di una rete locale, o – perché no? – più ampia, tra associazioni, finalizzata alla realizzazione di iniziative comuni.
Ecco, allora, che l’iniziativa di una sola associazione diventa utile e necessaria per un’intera comunità! Quest’ultima viene chiamata a gran voce e con urgenza a comprendere il ruolo centrale ricoperto da questo progetto sia a livello locale, dove incoraggia la sopravvivenza delle nostre piccole realtà rurali, tremolanti dinanzi alle fughe di molti e all’allargamento fuori controllo delle città, sia a livello globale, perché produce nei giovani spirito d’intraprendenza e di partecipazione, abitua a quell’apertura mentale di cui oggi si sente tanto il bisogno e insegna a superare barriere culturali, linguistiche o di altro tipo in una realtà che sembra aver dimenticato come si faccia. La speranza è che l’orizzonte visivo e d’azione di ognuno, partecipante e non, possa allargarsi e che i confini del paese non siano i confini del proprio mondo!
Emilia Moccia
Brava Emilia sei stata molto chiara ed esaustiva